Neoplasie cutanee
Come prevenire la loro formazione e come curarle
Schema base delle neoplasie della cute
MELANOCITI: NEI MELANOCITARI // MELANOMI
FIBROBLASTI: FIBROMI // FIBROSARCOMI
GHIANDOLE: NEI ANNESSIALI
VASI: ANGIOMI // ANGIOSARCOMI
L’epidermide è lo strato più esterno ed è costituita in gran parte da cheratinociti. Una piccola percentuale della popolazione cellulare è invece data dai melanociti che hanno il compito di produrre la nostra “protezione solare” naturale: la melanina.
Il derma è lo strato profondo della cute, è ricco di fibroblasti, vasi e nervi. Immersi in questi due strati troviamo quindi bulbu piliferi, ghiandole sebacee e ghiandole sudoripare.
Con il passare del tempo e la progressiva azione di raggi solari, agenti chimici e fisici le cellule della cute possono subire dei danni al loro DNA (mutazioni) che possono portare alla fomazione di piccole neoplasie.
Esistono diversi tipi di neoplasie della cute, differiscono in base alla cellula da cui originano e dal loro comportamento (benigno // maligno).
Inoltre, il fumo e alcuni trattamenti per la psoriasi possono aumentare il rischio di sviluppare un carcinoma spinocellulare (soprattutto a livello delle labbra nei fumatori).
PROTEZIONE SOLARE
Rappresenta l’unica arma di difesa per la notra cute quando ci esponiamo direttamente ai raggi solari.
Tutti, con particolare attenzione ai bambini e ai soggetti con pelle molto chiara, dovrebbero applicare una crema solare a schermo totale (50+) per poter ritardare il processo di invecchiamento cutaneo legato alle radiazioni UV e il processo di degenerazione neoplastica di cellule epiteliali e melanocitaria.

L’aspetto clinico di queste neoformazioni può essere vario, per questo consiglio a tutti i miei pazienti di effettuare periodicamente una visita dermatologica.
Il dermatologo, nel corso di una visita completa, valuta la storia personale e familiare del paziente ed effettua un accurato esame visivo della pelle grazie all’uso dell’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle. La diagnosi certa di tumore viene effettuata però solo con una biopsia, una procedura durante la quale si preleva una porzione di tessuto che viene poi analizzata al microscopio.
Come per tutte le neoplasie una diagnosi precoce permette di avere un tasso di guarigione molto elevato. Un melanoma trattato in fase iniziale (in situ) sarà infatti trattato solo con un piccolo intervento chirurgico, mentre lo stessa neoplasia progredita in una fase avanzata richiede trattamenti chirurgici e terapie sistemiche molto aggressive ed estese.
Rappresentano per frequenza la neoplasia più diffusa nella popolazione adulta.
Si distinguono essenzialmente due tipi di epiteliomi:
– Basocellulari: sono caratterizzati da una aggressività locale elevata ma per fortuna una ridotta tendenza alla metastatizzazione.
– Spinocellulari: hanno un elevata aggresività locale e a differenza dei basaliomi anche una tendenza a metastatizzare alle stazioni linfonodali, sopratutto se si sviluppano sulle labbra o nel cavo orale.
I melanomi cutanei originano dai melanociti su una cute integra o da nevi preesistenti, che sono presenti fin dalla nascita o dalla prima infanzia (congeniti) o compaiono durante il corso della vita (acquisiti).
Dal punto di vista clinico si distinguono 4 tipologie di melanoma cutaneo: melanoma a diffusione superficiale (il più comune, rappresenta circa 70% di tutti i melanomi cutanei), lentigo maligna melanoma, melanoma lentigginoso acrale e melanoma nodulare (il più aggressivo, rappresenta circa il 10-15% dei melanomi cutanei).
A differenza dei primi tre tipi, che hanno inizialmente una crescita superficiale, il melanoma nodulare è più aggressivo e invade il tessuto in profondità sin dalle sue prime fasi.
A come Asimmetria nella forma (un neo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un melanoma è più irregolare);
B come Bordi irregolari e indistinti;
C come Colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo stesso);
D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore;
E come Evoluzione del neo che, in un tempo piuttosto breve, mostra cambiamenti di aspetto
Altri campanelli d’allarme che devono essere valutati da un medico sono un neo che sanguina, che prude o che è circondato da un nodulo o da un’area arrossata.
Naturalmente se notate uno o più segni su un neo melanocitario il mio consiglio è sempre lo stesso: fare una visita specialistica richiede solo qualche minuto e vi permette di escludere che una piccola lesione possa diventare fonte di grosse preoccupazioni.
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