Mastoplastica Secondaria

Scheda

Anestesia

generale/spinale

Durata

120 – 240 minuti

DEGENZA

1 notte

RITORNO AL SOCIALE

7 giorni

RITORNO AD ATTIVITA’ SPORTIVE

28 giorni

   

MA LE PROTESI VANNO SOSTITUITE OGNI 10 ANNI?

Questa è una delle domande più frequenti che le pazienti si approcciano alla chirurgia mammaria mi fanno durante la visita. 

La risposta è no le protesi non hanno una scadenza certa, ma al tempo stesso è giusto chiarire che nessuna protesi è eterna, e per vari motivi una paziente che ha una protesi impiantata potrebbe in futuro richidere un nuovo intervento chirurgico. 

I motivi più frequenti sono: 

 

  • Rottura o perdita di integrità: Nel corso del tempo, le protesi mammarie possono rompersi o perdere integrità, specialmente se sono di vecchia data o se sono soggette a danni fisici. Anche se molti impianti mammarie moderni sono progettati per durare a lungo, non sono permanenti e possono richiedere una sostituzione dopo un certo periodo di tempo
  • Complicazioni chirurgiche: In alcuni casi, possono verificarsi complicazioni dopo l’impianto delle protesi mammarie, come l’infezione, il sieroma  e la formazione di capsule cicatriziali eccessivamente rigide intorno all’impianto (contrattura capsulare). Queste complicazioni possono richiedere la rimozione o la sostituzione delle protesi
  • Cambiamenti corporei: Nel corso degli anni, il corpo di una persona può subire cambiamenti significativi a seguito di perdita o aumento di peso, gravidanza o invecchiamento naturale. Questi cambiamenti possono influenzare la forma e le dimensioni del seno, rendendo necessaria l’adeguamento delle protesi mammarie per ottenere risultati estetici ottimali.
  • Miglioramenti tecnologici: Nel settore delle protesi mammarie, vengono costantemente introdotte nuove tecnologie e materiali che possono migliorare l’aspetto e le prestazioni degli impianti. Alcune persone possono scegliere di sostituire le loro protesi per beneficiare di queste innovazioni e ottenere risultati migliori

CICATRICI DELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA SECONDARIA

ACCESSO AL SOLCO SOTTOMAMMARIO

La via sottomammaria (con cicatrice al solco) è sicuramente quella maggiormente utilizzata perchè la cicatrice è nascosta dalla mammella in posizione eretta, quindi praticamente poco visibile da subito.
 

ACCESSO PERIAREOLARE

La via periareolare è utilizzata in quelle pazienti in cui si prevede, per migliorare l’estetica, una revisione dell’areola (perchè troppo grande o dislocata troppo in basso, vedi mastopessi periareolare). Inoltre viene spesso utilizzata nelle pazienti con mammella tuberosa, dove si prevede in genere un rimodellamento areolare e ghiandolare.
 

REVISIONE CON CICATRICE A T INVERTITA

E’ la via chirurgica più frequente nelle mastoplastiche di revisione perchè nella maggioranza dei casi si deve rimuovere la cute in eccesso e rimodellare il cono mammario pre esistente 

TASCA PROTESICA NELLE MASTOPLASTICHE ADDITIVE SECONDARIE

MEGLIO RETROMUSCOLARE O RETROGHIANDOLARE?

Questa scelata è legata allo spessore dei tessuti della paziente. In maniera molto semplicistica possiamo dire che più i tessuti sono sottili più si deve impiantare la protesi in profondità per renderla meno visibile e avere di conseguenza un risultato più gradevole.

 

RETROGHIANDOLARE (linea blu)

-La tasca retro-ghiandolare permette di avere minor dolore post-operatorio e un risultato dinamico più naturale, ma ha delle indicazioni precise di utilizzo:

– non può essere utilizzata in pazienti troppo magri e con poco tessuto ghiandolare – in questi casi infatti la protesi sarebbe visibile, creando quindi un effetto sgradevole

Una variante molto utilizzata della tasca retro-ghiandolare è il posizionamento retrofasciale, che ha dei benefici ulteriori dal punto di vista estetico, soprattutto nel caso della tecnica IBRIDA (protesi sottofasciale + lipoflilling)

 

RETROMUSCOLARE (linea azzurra)

La tasca retromuscolare è quella maggiormente utilizzata. Negli anni la tecnica di posizionamento retromuscolare è quella che ha avuto il maggior numero di modifiche. Si è passati infatti da tasche retromuscolari complete a tecniche “Dual Plane” che altro non sono che un unione tra tecnica retroghiandolare e tecnica retromuscolare, la protesi avrà quindi una parte retromuscolare e una parte retroghiandolare.I vantaggi di questa tecnica sono:

– migliore copertura della protesi, soprattutto nelle pazienti magre

– riduzione del tasso di contrattura capsulare

– migliore stabilità nel tempo della posizione della protesi

Lo svantaggio principale del posizionamento della protesi nel piano retromuscolare o dual plane è il rischio di “animazione”, cioè di movimento della protesi durante la constrazione del pettorale. Questa rischio è alto sopratutto in pazienti con mammelle di partenza molto piccole.

 

IBRIDA

La mastoplastica additiva ibrida rappresenta secondo me la migliore indicazione in molti pazienti. Permette di aumentare la copertura protesica utilizzando il tessuto adiposo della paziente, il cosiddetto lipofilling.  Il trasferimento del grasso avviene con cannule di piccolo diametro che lasciano cicatrici piccolissime in sede di prelievo e spesso invisibili in sede mammaria. Utilizzare il grasso in sostituzione del muscolo pettorale ci permette di evitare l’animazione protesica e le alterazioni estetiche legate a questa condizione

Cosa differenzia la chirurgia primaria dalla secondaria?

Gli interventi eseguiti su pazienti che si sono già sottoposte a chirurgia della regione mammaria hanno delle considerazioni aggiuntive: questi interventi hanno dei costi maggiori legati alla maggiore complessità, alla presenza di cicatrici, al sovvertimento anatomico causati dal precedente intervento e nel caso della mastopessi secondaria un elevato rischio di necrosi del CAC. Il paziente deve essere consapevole un risultato ottimale in un intervento secondario è molto più difficile da raggiungere e il rischio di asimmetrie o difetti postoperatori è maggiore rispetto agli interventi primari.

Casi clinici prima e dopo

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Mastoplastica additiva

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