Lipofilling

Scheda

Anestesia

locale/generale

Durata

40 – 240 minuti

DEGENZA

1 notte

RITORNO AL SOCIALE

4 giorni

RITORNO AD ATTIVITA’ SPORTIVE

28 giorni

   

Quante volte vi siete detti… se potessi prendere il grasso da dove è in eccesso e utilizzarlo in zone con un volume non ideale… 
Beh la tecnica di lipofilling nasce proprio per questa esigienza. 

Possiamo vederla come un evoluzione delle tecniche di liposuzione, il tessuto adiposo aspirato  invece di essere eliminato viene riutilizzato per riuscire a bilanciare le forme e quindi le linee del profilo corporeo. 

Si utilizzano per la fase di prelievo del tessuto del tessuto adiposo delle cannule di diametro ridotto rispetto a quelle utilizzate per la liposuzione.

Il grasso viene quindi processato per purificarlo da detriti e residui di lavorazione (infiltrazione, plasma, connettivo, cellule danneggiate)  e quindi trasferito nella zona da trattare con delle micro-cannule. 

Gli esiti cicatriziali sono in genere praticamente invisibili, avremmo infatti solo incisioni di pochi millimetri utilizzati per introdurre le cannule. 

Tecnica tuttofare?

Ci sono poche tecniche in chirurgia plastica che hanno rivoluzionato in maniera importante la pratica clinica.

Il lipofilling è sicuramente una di queste.

Da quando è stato perfezionato e descritto in maniera dettagliata dal dott. Colemann il lipofilling si è velocemente affermato tra le tecniche di chirurgia estetica e ricostruttiva.

Questa veloce diffusione è legata alle incredibili proprietà del tessuto adiposo, spesso visto come un nemico da molte pazienti.

In maneira molto schematica possiamo classificare le funzioni del lipofiling in funzioni volumetriche (Liposcultura) e funzioni rigenerative.

 

Liposcultura

La funzione volumetrica del transfer di tessuto adiposo è abbastanza semplice da spiegare. Il tessuto prelevato viene processato e impiantato in zone dove abbiamo dei deficit volumetrici. Come accade nella scultura il chirurgo trasferisce dei volumi creando una siluette ideale della regione corporea tratta

Si riesce spesso a trattare due zone contemporaneamente, rimuovendo il tessuto adiposo da zone donatrici che ne hanno in eccesso  e impiantando il tessuto in una zona carente.

 

Rigenerazione tissutale

Il tessuto adiposo contiene in una piccola percentuale delle cellule staminali. Queste cellule una volta trasferite vengono attivate dalle citochine infiammatorie e invadono i tessuti riceventi andando a ripristinare e ringiovanire il pool cellulare presente.

Inoltre queste cellule sono in grado di rilasciare fattori di crescita che stimolano le cellule presenti a proliferare.

Questo effetto di rigenerazione è fondamentale nel trattamento di zone cicatriziali, irradiate o semplicemente invecchiate.

DOMANDE & RISPOSTE

POSSO ALLATTARE DOPO INTERVENTO MASTOPLASTICA ADDITIVA?

La presenza di protesi in silicone non controindica la possibilità di allattare, al tempo stesso l’allattamento potrebbe modificare il risultato estetico ottenuto con l’intervento, quello che consiglio è quindi posticipare l’intervento se è prevista a breve una gravidanza.

 

POSSO EFFETTUARE MAMMOGRAFIA ED ECOGRAFIA DOPO MASTOPLASTICA?

Le protesi non interferiscono con le metodiche di imaging mammario. Nella maggior parte dei casi la protesi sarà alloggiata dietro al muscolo, quindi a distanza dalla ghiandola.

Dopo l’intervento consiglio di effettuare un ecografia ogni 2 anni per controllare l’integrità della protesi.

 

LE PROTESI IN SILICONE SONO SICURE?

Sia la FDA che lo IOM (Institute of Medicine) nel 1999 hanno pubblicato report in base ai quali concludevano che non esisteva evidenza di un legame tra impianti mammari e cancro, malattie autoimmuni, problemi neurologici o altre malattie sistemiche.

L’unica patologia che ha mostrato una correlazione con le protesi in silicone ad oggi è il linfoma anaplastico a grandi cellule (BIA-ALCL).

Attualmente, a fronte di milioni di protesi mammarie impiantate, il numero di casi di BIA-ALCL resta estremamente basso (81 in tutta europa e circa 25 in italia).

Inoltre se trattato precocemente, prima dell’interessamento linfonodale, quando la malattia è localizzata al tessuto pericapsulare, la sola rimozione delle protesi e capsulectomia totale è curativa.

(fonte http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4419&area=dispositivi-medici&menu=vigilanza)

 

ETA’ A CUI SOTTOPORSI ALL’INTERVENTO?

Non esistono controindicazioni assolute legate all’età, quello che consiglio alle mie pazienti più giovani è di aspettare i 22 – 24 anni per avere una migliore maturità fisica ma sopratutto psicologica per poter decidere al meglio se sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva.

Questa indicazione è decade in caso di malformazioni mammarie o asimmetrie importanti della mammella, in questi casi un intervento precoce (anche prima dei 18 anni) è ideale per evitare stress psicologico alla paziente.

COMPLICANZE PROTESI MAMMARIE

Come ogni intervento chirurgico anche la mastoplasica additiva ha delle complicanze, che distinguiamo in precoci e tardive :

 

COMPLICANZE PRECOCI:

 

Sanguinamento Post-opoperatorio

Come in tutti gli interventi chirurgici può accadere che nei primi due giorni dell’intervento un vaso sanguigno coagulato si riapra.

E’ un’evenienza rara nella chirurgia mammaria (circa 2% delle pazienti che ho operato) ma possibile.

Per monitorare questo evento vengono posizionati dei drenaggi alla mammella che vengono tolti proprio dopo 2 giorni nella maggior parte delle pazienti.

Se durante il monitoraggio ci fossero segni di sanguinamento si effettua un intervento chirurgico molto breve che consiste nella chiusura del vaso incriminato.

 

COMPLICANZE TARDIVE:

 

Contrattura Capsulare

La contrattura capsulare ha una incidenza del 3 – 5 % nella maggior parte degli studi pubblicati nella letteratura internazionale (su base annuale)

Cos’è la capsula? La capsula periprotesica è un tessuto simile a una cicatrice che il nostro organismo crea per isolare la protesi dai tessuti.

Si parla di contrattura capsulare quando questo involucro cicatriziale inizia a restringersi, come nel tentativo di stritolare l’impianto protesico.

Una mammella che sviluppa una contrattura capsulare si manifesta alterata nella forma e con una consistenza rigida, con senso di fastidio o vero e proprio dolore a carico della regione mammaria.
Nei casi in cui la contrattura sia grave sarà necessario sostituire la protesi e contestualmente rimuovere la capsula contratta

 

Rippling

Il rippling è legato a un eccessivo assottigliamento dei tessuti che ricoprono la protesi, di conseguenza piccole pieghe della protesi si manifestano esternamente come depressioni della cute.  In genere questa complicanza può essere trattata con degli innesti adiposi (lipofilling) in regime di day surgery.
 

Sieroma Tardivo

evento molto raro, si manifesta con un lento aumento volumetrico legato a una raccolta di fluido sieroso intorno alla protesi. Sebbene possa andare incontro a risoluzione spontanea si preferisce intervenire per evacuare il liquido e bioptizzare la capsula protesica per escludere la presenza di un linfoma a grandi cellule che ancor più raramente potrebbe essere la causa di questa complicanza.

 

Cicatrizzazione patologica delle cicatrici.

La cicatrizzazione è un processo legato alla paziente, quindi indipendentemente dalla tecnica chirurgica possono essere più visibili del solito.

Nel caso ci si trovi di fronte a una cicatrice distrofica si può effettuare una revisione della stessa in ambulatorio e in anestesia locale.

 

Infezione della protesi

Come tutte le protesi utilizzate (anche a livello cardiaco, articolare ecc.. ) esiste questo rischio, con una incidenza inferiore all’1% delle protesi inmpiantate.

L’infezione è legata all’incapacità del nostro sistema immunitario di proteggere le protesi da un infezione.

Nel caso si presenti un’infezione si deve quindi procedere all’espianto della protesi.

Segni che devono far preoccupare sono seno rosso, ingrandito e febbre alta (superiore ai 38°).

Come ridurre ulteriormente il rischio?

Consiglio a tutti i miei pazienti di effettuare una profilassi antibiotica prima di interventi chirurgici/estrazioni dentarie/ o una terapia antibiotica precoce in caso di infezioni di altri siti anatomici [per esempio cistiti, ascessi ecc].

Lipofilling Mammario

Il Lipofilling della mammella rappresenta un ottima soluzione per le pazienti che partono da un buon volume e cercano un aumento di circa 1 coppa di reggiseno.

 

Vantaggi Lipofilling Mammario

I vantaggi del lipofiling sono essenzialmente due:

– Assenza di protesi e quindi dei seppur rari problemi correlati

– Trattamento di un area di accumulo di tessuto adiposo contemporanea, come ad esempio fianvhi, culotte de cheval, interno coscie o interno ginocchia

-Risultato molto naturale

– Trattamento di scelta per le mammelle tuberose

 

Svantaggi del Lipofilling Mammario

-Aumento limitato a 1 taglia per seduta, nonostante si trasferiscono grosse quantità di tessuto dopo una fase iniziale di turgore in genere si ha un attecchimento di circa 150 cc per mammella, per seduta, in caso di aumenti volumetrici maggiori si devono eseguire più sedute

-Scarsa definizione nei contorni mammari, con un aspetto più naturale ma a volte … troppo naturale per alcune pazienti che ricercano un risultato molto eviddente

Casi clinici prima e dopo

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